Le palestre e i centri sportivi in difficoltà

Le palestre e i centri sportivi in questo momento stanno avendo molta difficoltà. Abbiamo intervistato Alberto Cosso, imprenditore nel ramo salute e benessere. Alberto Cosso è titolare di:

Cgr Pro Vercelli SAS,

La Cittadella dello Sport Srl

Shani Club impresa individuale

 

Palestre e Centri sportivi chiusi e senza clienti. Come valuti il danno economico?

Partendo dal presupposto che tutte le attività commerciali e non solo hanno subito gravi danni da questo imprevedibile evento, le palestre, i centri sportivi, le attività legate al fitness ed al benessere, chiuse ormai da due mesi, ne stanno risentendo in maniera particolare.

Secondo una indagine IFO (International Fitness Observatory) che ha analizzato la situazione in Italia a seguito dell’emergenza coronavirus, le perdite ammonterebbero ad un miliardo di euro (non trascurabile rispetto al PIL nazionale) con oltre 200 mila posti di lavoro a rischio ed oltre l’82% dei clubs che ritiene non avrà più le risorse per sopravvivere alla crisi.

Certamente l’emergenza salute rappresenta il primo obiettivo da perseguire ma è indubbio che il nostro settore è stato messo a durissima prova dai provvedimenti di contrasto alla pandemia, senza considerare che le disposizioni di chiusura rimarranno ancora in vigore. Abbiamo “perso” il periodo più proficuo e ci accingiamo, forse, ad affrontare l’estate che tradizionalmente vede ridursi, ancor più in queste condizioni, l’affluenza e conseguentemente gli introiti.

Attualmente non abbiamo ancora informazioni su quando e come potremo ripartire e questo clima di incertezza “appesantisce” ancor più la nostra condizione di società profit.

Sono state annunciate azioni anche a favore del mio settore imprenditoriale e la mia speranza è che siano adeguate e tempestive proprio per le difficoltà che crescono giorno dopo giorno e per le condizioni in cui potremmo trovarci ad operare.

Abbonamenti mensili, trimestrali, semestrali, annuali come verranno gestiti i mesi persi?

In primis mi dispiaccio per gli appassionati, per i frequentatori che purtroppo ancora devono attendere e rinunciare ad attività che rappresentano salute (quindi indirettamente risparmio per il sistema sanitario nazionale), benessere, socializzazione, condivisione e divertimento. Un pensiero è rivolto anche ai miei collaboratori che vivono questo periodo con preoccupazione e che “scalpitano” per riprendere quanto prima.

Ritengo di prevedere, chiaramente, oltre a tutto ciò che ci imporranno di rispettare, una valutazione a favore di coloro che hanno perduto un periodo di abbonamento, formulando proposte alternative che ci consentano di trovare un accordo condiviso.

La ripartenza degli allenamenti…sala pesi, sala fitness, ingressi contingentati, quali misure e strategie?

Ribadendo che siamo ancora in attesa di precise linee guida da parte del governo e/o regione ad oggi posso unicamente limitarmi ad una valutazione personale.

Dando per scontato l’utilizzo di tutte le misure ormai acclarate, mi riferisco a dpi, distanziamento, igiene e sanificazione, etc., potrei pensare di prevedere, avendo la fortuna di disporre di ambienti molto ampi e facilmente arieggiabili, una organizzazione di attività che possano consentire all’utenza una pratica sicura e soddisfacente sia individuale che in gruppo. Rappresenta invece ancora una incognita il discorso piscine anche se si potrebbe almeno pensare, attraverso una riconversione, di sfruttare gli spazi aperti, il verde, per proporre attività in totale sicurezza. Insomma, ottimizzando la presenza dei fruitori negli spazi chiusi e avvalendomi degli spazi aperti a mia disposizione spero di poter offrire una varietà di proposte in linea con le diverse preferenze della clientela.

Esistono poi tutta una serie di criticità sulle quali le istituzioni dovranno fare ampie riflessioni, essendo il tema molto delicato e complesso, per trovare i giusti equilibri, senza penalizzare ulteriormente lavoratori e imprese.

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Source: Il Commercio
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Le palestre e i centri sportivi in difficoltà